Era il 1° gennaio 1999 quando l’Euro faceva il suo debutto ufficiale come moneta dell’Europa unita. Da allora sono passati 20 anni: tra alti e bassi, tra critiche e apprezzamenti, l’Euro resta ancora oggi la moneta della maggior parte degli Stati europei. Si può davvero parlare di successo? Oppure ha ragione chi si fa portavoce delle più aspre critiche nei confronti della moneta unica? Ecco alcune considerazioni a riguardo.
“Quando c’era la Lira”: nostalgia giustificata?
Non passa giorno senza che qualcuno affermi con convinzione che “si stava meglio quando c’era la Lira”. Certo, bisogna vedere se questa valutazione poggia su solide basi economiche o se è semplicemente dettata da una (giustificata) nostalgia per la moneta nazionale. Impossibile non provare un sentimento di dispiacere pensando alla nostra moneta: le care vecchie Lire non erano solo pezzi di carta (tra l’altro particolarmente belli, se visti dal punto di vista di appassionati di banconote), ma rappresentavano anche un’identità nazionale. Per questo motivo è più che comprensibile che ci possa essere un diffuso dispiacere nel ricordare le banconote che circolavano poche decine di anni fa.
Ma parlando in termini economici, è davvero giustificabile?
I vantaggi dell’Euro
Considerando la questione da un punto di vista più tecnico che sentimentale, bisogna concordare che l’arrivo dell’Euro ha portato vantaggi notevoli a tutti i paesi coinvolti.
In primo luogo, basta considerare il fatto che gli scambi tra paesi membri dell’Unione Europea sono diventati più semplici e rapidi. Senza il bisogno di cambiare moneta, tutto quello che riguarda gli scambi commerciali tra i Paesi in cui l’Euro è in vigore, si è decisamente snellito. Anche per i comuni cittadini è diventato più facile spostarsi da un paese all’altro: sono lontani i tempi in cui prima di espatriare bisognava andare in banca e cambiare le Lire in Franchi o in Marchi per poi fare sempre complicate operazioni prima di acquistare qualunque tipo di bene. Se usciamo dai confini della nostra cara vecchia Europa, poi, è evidente che il prestigio internazionale e la forza dell’Euro sono notevolmente maggiori rispetto a quelli che potevano avere monete come la Lira italiana o la Dracma greca.
I soli che forse non possono fare questo discorso sono francesi e tedeschi: il Franco e il Marco godevano di un ottimo cambio contro monete come il Dollaro o lo Yen. Questo maggior prestigio a livello internazionale ha senza dubbio portato maggiore stabilità e crescita economica per tutti, oltre ad aver portato l’Unione Europea ad essere un unico grande protagonista della scena economica e finanziaria mondiale. Infine, ma non meno importante, il fatto di avere una sola moneta ha di certo contribuito a far crescere nei cittadini dei paesi membri un senso di appartenenza all’Europa come entità unita, un aspetto di grande importanza in un’ottica futura che ci vede spinti sempre di più all’unità: è l’unione che fa la forza, come dice un celebre proverbio.
Ci sono anche svantaggi?
Bisogna anche ammettere che ci sono alcuni svantaggi, derivanti soprattutto dalla mancata attuazione di politiche fiscali comuni. Con le questioni fiscali che restano di competenza statale, è difficile creare una vera uguaglianza tra i Paesi membri. Ma questo non è un problema creato direttamente dall’esistenza stessa dell’Euro, quanto piuttosto dal fatto che gli Stati dell’UE faticano ancora a considerare la possibilità di delegare un aspetto così delicato come la politica fiscale, perché la sovranità di ciascuno degli Stati membri resta inviolabile. E questo porta anche ad un altro problema, ovvero il fatto che è opinione diffusa che con l’Euro questa sovranità sia stata in un qualche modo violata. Ma questo, ha a che fare con l’esistenza stessa dell’UE, non tanto con la sua moneta unica.